E' necessaria una premessa: non ho letto il libro ma solo qualche articolo di commento e la sua prentazione sul sito dell'autore. Il contenuto del post si concentra sull'aspetto informatico e potrebbe essere non esaustivo o non pienamente coerente.
Per gli ambienti IT fa quasi parte della "normalità" attraversare periodi di transizione! I paradigmi correnti vengono superati e sostituiti da nuovi. Il periodo che stiamo vivendo non fa eccezione.
In questa situazione avere un forte senso di autoconsapevolezza sarebbe fondamentale per influenzare gli altri. Un leader IT deve conoscere il proprio ruolo per poter supportare l'organizzazione e valutare correttamente il valore che l'IT può rappresentare nell'impresa.
Il fatto è che oggi non basta più essere un manager ma appunto bisogna diventare leader, cioè persona capace di influenzare gli altri.
Diversamente il rischio è che il manager IT venga ignorato o saltato e che subisca una crisi di identità.
L'autore ipotizza che ciò possa dipendere dal fatto che nell'IT c'è una mancanza di capacità "metrica" e che ci vorrebbe qualcosa di simile alla scala di Kardashev (1), ma applicata al campo dell' "organizzazione".
Oggi succede che, pur risultando positivi tutti gli indici nei cruscotti aziendali, nella realtà dei fatti, l'organizzazione IT è spesso deficitaria.
I manager IT vorrebbero convincere i loro amministratori aziendali che l'IT influisce sostanzialmente con l' attuale e futura salute dell'impresa. Per riuscirci, ogni responsabile IT dovrebbe avere uno specchio e un righello graduato.
Lo specchio è qualunque cosa che possa fornire una autoconsapevolezza relativamente ai propri bisogni. Lo specchio aiuta infatti a capire chi siamo, cosa vogliamo essere, cosa facciamo, perchè facciamo quello che facciamo.
Il righello corrisponde a qualsiasi strumento che fornisca le metriche di come l'IT sta facendo le cose che fa; e poichè riflette la realtà, è in qualche modo anch'esso uno specchio. Così risolvendo il problema della metrica si risolve anche il problema della identità IT.
La civiltà sulla Terra è, nella scala di Kardashev, al di sotto dei tre tipi di civilizzazione ipotizzati, infatti non è capace di utilizzare, nè tanto meno controllare tutta la potenza disponibile nel pianeta.
Riportando il concetto sull'organizzazione, si potrebbe ipotizzare che una organizzazione di Tipo I è quella in grado di utilizzare tutta la potenza di calcolo e tutta quella intellettuale disponibile in una organizzazione. Lo stato dei fatti odierno è però ben al di sotto di quello primo livello.
(1) Nikolai Kardashev, astronomo. Nel 1964 ha classificato la civiltà in base all'avanzamento tecnologico. E' una classificazione che si basa sulla valutazione di quanto una civiltà sia capace di controllare l'energia. Ma è, come dire, proiettata al futuro remoto perchè tenta di classificare civiltà oggi inimmaginabili.
Tipo I: capacità di controllo totale dell'energia del pianeta, delle condizioni meteorologiche, capacità di prevenire i terremoti. Completatamento dell’esplorazione del sistema solare (possibile step raggiunto fra 100/200 anni).
Tipo II: capacità di controllare l'energia del sole. Cioè estrarre l’energia direttamente dal sole (1K/5K anni).
Tipo III: capacità di controllo di un’intera galassia (100K/500K anni).
Quello che trovo positivo in queste idee è proprio il carattere un po' utopistico.
Magari si potesse rappresentare in una scala lineare quanto avanzata tecnologicamente è una organizzazione!
Purtroppo mi sembra che proprio la scelta di paragonare la situazione attuale su una scala di tipo Kardashev dimostri quanto poco possa aiutare nei prossimi dieci anni questo tipo di approccio e quanto a tentoni proceda il governo della scienza informatica.