Arrivo ad un punto chiave del mio discorso. La breve e incompleta storia del computer e gli aneddoti servivano per arrivare a parlare di Formazione.
Da quello che ho scritto finora dovrebbe essere chiara la differenza fra due termini, solo in apparenza, sinonimi uno dell'altro:
Addestramento e Formazione.
Nel dizionario trovo alle voci,
Addestramento:
preparazione per rendere abile, capace, esperto qualcuno in qualcosa; l'insieme degli esercizi necessari per divenire abile, esperto.
Formazione:
atto, processo, modo, effetto del formare, del formarsi; plasmare qualcuno intellettualmente o moralmente; addestrarlo in modo che sia idoneo a certe funzioni o attività.
Direi che non chiarisce del tutto. L'unico indizio è l'uso della parola 'plasmare' utilizzata per definire il verbo 'formare'.
Ma io voglio allargare il solco.
Se Addestramento significa, in definitiva "come si fa", vorrei associare all'altro termine il significato di "perchè si fa".
Vorrei, in altre parole, che Formazione facesse rima con Cultura.
Non le nozioni, ma l'insieme dei valori su cui basare il proprio operare. La coscienza delle possibilità e dei pericoli legati alla sfera dell'informatica, del computer.
Non tanto quelli fumettistici (la macchina che domina l'uomo), ma quelli derivanti da un uso senza attenzione e sensibilità di questi strumenti. Uso che può rendere l'uomo debole e indifeso psicologicamente (vedi episodi che ho citato nelle puntate precedenti).
Occorre avere coscienza degli impatti psicologici e sociali.
E Voila, servito il mio concettto di Cultura Informatica. Niente di retrò, niente nostalgia per un mondo che non c'è più, niente attaccamento alle tradizioni.
Come direi nel mio Blog "Come si cambia", consapevolezza del cambiare.
Nella prossima puntata vorrei presentare il professor Computer come emerge dalla lettura di Gianfranco Secchi, un ex-IBM che fu il primo capocentro italiano di questa storica azienda.
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