martedì 19 dicembre 2006

Informatica del dialogo

L'informatica per definizione etimologica è la scienza dell'informazione automatica; è la scienza che veicola le informazioni.

Informazione: etim. da informare, dare forma. L'informazione è un concetto astratto, che viene comunemente identificato con il significato di un messaggio. Il messaggio tuttavia ha il solo compito di convogliare e rappresentare l'informazione.
Nella Teoria dell'Informazione per informazione si intende tutto ciò che contribuisce ad eliminare incertezza. Infatti, se una sorgente di messaggi inviasse senza scelta e ripetutamente un solo simbolo, la quantità di informazione ricevuta a destinazione sarebbe nulla, poichè non ci sarebbe alcuna incertezza nel prevedere un simbolo e il successivo. L'assenza di differenze tra simboli, e quindi l'assenza di una struttura, determina l'assenza di informazione.


Una informazione porta con sè una comunicazione: è qualcosa che stabilisce un ponte di influenza fra due parti, qualcosa che porta con sè un dialogo.

Forse farà ridere, ma mi viene in mente il meccanismo di handshaking (riconoscimento) fra due terminali remoti.
Per stabilire un ponte, per avviare la comunicazione, ci vuole una negoziazione, i due potenziali corrispondenti devono riconoscersi e accordarsi su alcuni parametri base.
"Ci sei?"
"Ci sono"
"Comincio a parlare"
"Ti ascolto"...


L'informatica per essere se stessa deve contribuire a stabilire un'unità.
Il dialogo è la via maestra.

Allora ben vengano i blog, i forum, i gruppi, le comunicazioni video e vocali sulla rete; ben venga la libera circolazione delle idee, sono una realtà ben visibile almeno tanto quanto le deformazioni, gli abusi, il degrado della pornografia e la spazzatura di rete...

La storia ci insegna che non esiste il bianco e il nero, ma sia l'uno che l'altro, ed anche tutta la tonalità dei grigi..
Per ogni scoperta, ad ogni nuovo passo, l'uomo non ha mai preso una strada precisa e univoca.
La ruota è servita per costruire carri merci e carri da guerra. La dinamite, per costruire strade e distruggere case. Per non parlare dell'energia nucleare o della genetica...
C'è la guerra tutti i giorni, ma c'è chi dà la vita per la pace ogni giorno.
C'è lo sfruttamento di pochi sui deboli (tanti) ma anche un grande movimento di popoli in favore della solidarietà.
E' così, perchè il confine tra il bene e il male non passa per le cose, ma all'interno dell'uomo, ed ogni uomo è diverso dall'altro.

Ma questo è consolante perchè ci toglie dall'imbarazzo di combattere, come nuovi don Chisciotte, contro i mulini a vento, ci permette di guardarare alle prospettive del futuro in maniera più serena.
Ripetendo una famosa frase di Thilard de Chardin: " ...ne sono cero, poichè il meglio finisce sempre per accadere e l'avvenire è migliore di qualsiasi passato".

Qualcuno di voi penserà: "fra dieci minuti, probabilmente, ci saremo tutti dimenticati delle implicazioni sociali o filosofiche che stanno sotto al ticchettio della tastiera..."

Ma forse non è così, è un dubbio che voglio permettermi.

Non è più bello ancora questo potersi ogni giorno interrogare, poter correggere la propria rotta, a volte ricominciare da capo?
In fondo è per questo che ci sentiamo uomini e non macchine.

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