Quella che sto per raccontarvi è una storia vera.
L'ho raccolta almeno una quindicina di anni fa ma ho deciso di non camuffarla.
Al suo interno comparirà un riferimento tecnico che oggi fa sorridere, ma proprio l' evidenza della ulteriore sofisticazione tecnologica delle attuali configurazioni dei PC che utilizziamo, può mettere in evidenza quanto 'drammaticamente' il problema si è aggravato.
Stiamo per entrare nella casa di una famiglia...
primo quadro:
Un dirigente di azienda è molto impegnato sul lavoro. Al ritorno a casa, in genere verso le nove di sera, non ha più forze: mangia e va a letto.
Si lamentano il figlio e la moglie; è così difficile vederlo, è così difficile avere un dialogo con lui! Ma si deve capire è stanco, è stressato...
secondo quadro:
Sotto insistenza del figlio, viene acquistato un home-computer. L' ultimo modello consigliato da chi se ne intende...
Ora, il dirigente, torna a casa ancora a casa dopo una giornata faticosissima; sono ancora le nove di sera.
Ma adesso, dopo aver cenato, la serata prosegue, spesso fino all' una di notte: il computer avvince, stimola, cattura l' attenzione.
La moglie si lamenta ancora...
Il rapporto con la moglie (sinonimo del rapporto con l' altro) è faticoso: ci sono i caratteri diversi, gli sbagli, le incomprensioni.
Mettersi davanti a un video è più semplice, per riuscire bisogna essere razionali, logici. L' uomo del nostro esempio ha imparato ad esserlo.
Lavorare al computer richiede uno sforzo di apprendimento iniziale ma poi, lascia un senso di grande soddisfazione, un senso di capacità, di dominio, ...forse di onnipotenza?
E poi si presenta bene: il video grafico ha 256 colori (!!), per comandarlo basta il tocco della mano grazie a questo nuovo dispositivo: il mouse (!!)
Non pone domande imbarazzanti sulla qualità della vita che conduciamo.
Ecco, il nostro dirigente che non trovava il tempo per dialogare con il resto della famiglia, ora trova lo spazio, in abbondanza, per il computer.
Il rapporto con gli altri è rimesso in coda. Ma si sa, all' una di notte c'è una sola cosa da fare: rientrare silenziosamente in camera da letto, possibilmente al buio!
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