giovedì 27 dicembre 2007

C'è cliente e cliente

Qualche anno fa qualcuno si è sforzato di mettermi in testa l'idea che per migliorare l'efficienza, la qualità e i costi dei Sistemi Informativi, dovevo cominciare a pensare che gli utenti delle applicazioni software, i colleghi degli altri reparti, sono i miei clienti.
In questo modo sarei uscito dal pantano di un'informatica ripiegata su se stessa e incapace di collaborare al business dell'azienda.
In questi giorni leggo un articolo su CIO.com dove un collega americano, Kumud Kalia, spiega che questa prospettiva non va affatto bene.
Non bisogna confondere i termini. Il cliente è colui che paga per i servizi/prodotti dell'azienda, non il collega del piano di sopra.
In effetti l'articolo è interessante e può aiutare a focalizzare meglio gli obiettivi che tutti, all'interno di una azienda, devono aver chiari: migliorare la soddisfazione del cliente (che alla fine è colui che permette di ritirare a fine mese lo stipendio).
Qualche passaggio del ragionamento sembra però troppo radicale. Perchè l'autore pensa: chi non andrà in questa direzione sarà "terzializzato", cioè in definitiva sarà escluso.
Quindi, tutti di corsa a identificare le reali necessità del cliente: informatici, contabili, legali e altri reparti di supporto.

Il mio parere: va bene, focalizziamo e miglioriamo la consapevolezza, adottiamo una terminologia più consona, ma per favore non confondiamo i ruoli. La produzione di un prodotto o di un servizio è la conseguenza di un processo di attività, alcune direttamente collegabili al cliente esterno, le altre lo sono perchè di supporto o di controllo. Ci vuole equilibrio.