mercoledì 8 luglio 2009

Incentivi per uscire dalla crisi

Informatici Italiani coraggio!
Ecco la politica dell'innovazione introdotta dal Governo con le misure anticrisi del 27 Giugno 2009.


Art. 5
Detassazione degli utili reinvestiti in macchinari
1. È escluso Colore testo
dall’imposizione sul reddito di impresa il 50 per cento del valore degli
investimenti in macchinari ed apparecchiature compresi nella divisione 28 della
tabella ATECO, di cui al provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate
del 16 novembre 2007, fatti a decorrere dalla data di entrata in vigore del
presente decreto e fino al 30 giugno 2010. ...


Suona bene, vero? Un aiutino agli investimenti in macchinari ed apparecchiature.
La tecnologia informatica - uno dei pilastri dell'innovazione e della ripresa - non potrà non beneficiare di queste misure:
L'occasione per riprogettare le data-room con criteri di risparmio energetico, rinnovare i server più vecchi e sperimentare i sistemi operativi virtuali, consolidare l'architettura di rete con nuovi dispositivi aggiornati, ripensare la diffusione delle stampanti multifunzione, rottamare quegli ingombranti monitor CRT.

Ma poi qualcuno mi ha messo un dubbio.

Cosa contiene la divisione 28 della tabella ATECO? (qui collegamento)
Voila, ecco un campionario della risposta:

  • Fabbricazione di pannelli stratificati in acciaio
  • Fabbricazione di porte, finestre e loro telai, imposte e cancelli metallici
  • Fabbricazione di strutture metalliche per tende da sole, tende alla veneziana e simili
  • Fabbricazione di cisterne, serbatoi e contenitori in metallo
  • Lavori di meccanica generale
  • Fabbricazione di articoli di coltelleria, posateria ed armi bianche
  • Fabbricazione di serrature e cerniere e ferramenta simili
  • Fabbricazione di stoviglie, pentolame, vasellame, attrezzi da cucina e altri accessori casalinghi non elettriciColore testo
    Fabbricazione di casseforti, forzieri, porte metalliche blindate
  • Riparazione e manutenzione di armi bianche
  • Fabbricazione di oggetti in ferro, in rame ed altri metalli

Insomma la vera tecnologia del futuro... per l'uomo delle caverne; altro che era digitale.

martedì 7 luglio 2009

Shaker di tecnologia

Per progettare una buona struttura ICT non basta fare l'elenco delle migliori tecnologie e delle più promettenti "best practises" e mescerle insieme come si fa per la preparazione di un cocktail.
Una visione pragmatica dell'organizzazione non deve far perdere di vista la gradualità dell'approccio attraverso una scelta basata su priorità tecnologiche e organizzative.
Se si pretende di avviare nel giro di un paio di anni: outsourcing di servizi, procurement centralizzato, revisione dell'architettura WAN e delle infrastrutture di rete, introduzione di server virtuali, standardizzazione dei client e chi più ne ha più ne metta, bisogna poi essere pronti a fronteggiare ritardi eclatanti, resistenze più o meno velate, perplessità, perdita di fiducia nell'obiettivo finale.
E comunque, rimanendo all'esempio del cocktail, bisogna pur sempre azzeccare gli ingredienti per avere un risultato apprezzabile.

Io propongo un metodo che richiede una forte lucidità e una chiara visione strategica.
Un buon piano di ammodernamento informatico non deve superare i tre anni di gestazione per evitare che gli sforzi per attuarlo vengano bruciati dall'abitudine alla precarietà.
Non solo, bisogna mettersi nelle condizioni che il piano sia assolutamente praticabile, considerando ogni potenziale ritardo come un nemico pericoloso.
L'appoggio interno è fondamentale: occorre che gli elementi chiave (spesso i progettisti del precedente sistema) abbiano un ruolo attivo e trainante, per questo motivo occorre prodigarsi nella proposta di motivazioni valide.
L'appoggio esterno è fondamentale (pure lui) ma dovrebbe essere sempre visto come fatto transitorio, a meno che non si sia consapevoli di trascinare l'organizzazione ICT fuori dalle competenze "core" dell'azienda.
Io ci penserei un po'...