mercoledì 4 novembre 2009

ITIL Foundation

Dopo tanti rinvii, finalmente ho potuto seguire il corso e affrontare l'esame di certificazione di ITIL V3 Foundation.
Il livello Foundation si concentra sugli obiettivi, sui concetti e sulla terminologia (syllabus).
Insomma dopo due giorni di intenso lavoro e vita monacale per ripassare di sera quanto appreso durante il giorno, si acquisiscono le conoscenze sufficienti ad applicare le best practices ITIL a livello di consapevolezza (Awareness).


Ma essere consapevoli non è poco: la conoscenza della metodologia per la gestione dei servizi IT è una chiave che permette al business di raccordarsi e comprendere (prendere dentro si sè) l'intero ciclo di vita dei servizi IT. Nello stesso tempo dà ai direttori IT l'occasione di gestire i propri servizi con una metodologia a processi che da anni viene predicata ai servizi business.

mercoledì 23 settembre 2009

Pandemia - Piano aziendale di crisi

Nelle aziende c'è paura della pandemia! Come affrontare una possibile crisi?
Riorganizzare un modello lavorativo sostitutivo attraverso il "remote working" può essere uno strumento per alleggerire gli impatti.
Conviene attrezzarsi in anticipo evitando la tentazione di snobbare il problema perchè intanto in qualche modo ci si arrangia.
In realtà buona parte dei manager utilizza normalmente laptop ed è abituata a gestire email e progetti anche da casa e in vacanza, quindi la loro capacità direttiva non dovrebbe subire forti contraccolpi.
Diversa è la situazione per chi opera in linea. La pandemia potrebbe avere seri impatti sulla produttività. E' necessario individuare le funzioni prioritarie in caso di riduzione dello staff.

Senza la pretesa di fornire un piano completo ecco alcune linee guida:


  • Verificare quali applicativi possono essere usati da remoto tramite Web e con quali limitazioni.
  • Modificare le configurazioni di rete se necessario.

  • Identificare le possibili soluzioni considerando hardware e il software disponibili e un uso.

  • Preparare l'elenco degli impiegati e assegnare la soluzione più indicata
  • Preparare un elenco delle cose da fare/chi/quando.
  • Attuare il piano nei tempi prefissati.

Mi spiego meglio con un esempio:
SOLUZIONE
LAPTOP
CONNECT CARD
ADSL PRIVATA IN CASA
pc PRIVATO IN CASA
DA FARE
A
X
X
-
-
Pronto
B
X
-
-
-
Fornire Connect card
C
X
-
X
-
Pronto
D
-
-
-
-
Fornire pc e connect card
E
-
-
-
X
package di installazione


e via di seguito altre possibili combinazioni.

Elenco impiegati:


NomePosizioneTipo ComputerConnect
Card
Soluzione
da applicare
ROSSICONTABILITA'DESKTOPNOD
BIANCHIVENDITELAPTOPNO B
VERDIVENDITELAPTOPSIA
NERILOGISTICALAPTOPNOC

...... e cosi via




Si arriva così ad identificare eventuali figure non sostituibili, l'hardware da avere disponibile e si è in grado di valutare eventuali ulteriori misure come il coinvolgimento altre sedi, outsourcer ecc.


Il passo successivo è organizzare per tempo le cose da fare (cosa/chi/quando)

COSA
CHI
QUANDO
consegnare a casa la dotazione hardware

Istruire personale

Verificare disponibilità personale


Valutare implicazioni sindacali

Stabilire il numero di postazioni che si vogliono comunque operanti

Acquisire ulteriore HW(connect card, PC, monitor)


Configurare PC per eventuale consegna a casa in maniera adeguata




Ricordarsi che anche l'amministratore di rete e il suo vice possono ammalarsi contemporaneamente

Il messaggio è: meglio non improvvisare.

venerdì 18 settembre 2009

Progetti sempre più grandi

Centralizzare.
La disponibilità di banda larga, la potenza di elaborazione dei server, la capacità delle applicazioni di gestire processi complessi, l' organizzazione aziendale delocalizzata (produzione e servizi) sono fattori che hanno spinto negli ultimi anni i project manager, verso soluzioni fortemente centralizzate.

Naturalmente questo approccio ha un grosso impatto sulla complessità dei progetti.

Ecco alcuni pericoli reali ai quali si va incontro che dovrebbero far riflettere e indirizzare verso altre soluzioni più "maneggevoli" (o comunque dovrebbero indirizzare verso l'individuazione di contromisure).


  • Inefficienza
  • Spechi di risorse
  • Budget non rispettati
  • Illusioni si risparmi futuri (a fronte di elevate spese certe)
  • TCO con calcoli inaffidabili
  • Rigidità a cambiare direzione se necessario
  • Controlli e monitoraggio del progetto difficili
  • Risorse economiche dirottate all'esterno
  • Perdita di conoscenze e professionalità nelle periferie
  • Impatto ambientale

La mia idea:
"piccolo, distribuito e interconnesso" è meglio di "molto grande" (probabilmente)

Anche se la mia affermazione è piuttosto vaga ed è solo un'intuizione, penso che
in qualche maniera dovremmo imparare dalla natura.
Nell'evoluzione delle specie (direi che come esempio di complessità non c'è male, vero?) si sono adattati con successo gli organismi più piccoli piuttosto che i giganti. Non sarà così anche per l'organizzazione aziendale e informatica? Forse c'è un principio cibernetico da rispettare.

mercoledì 8 luglio 2009

Incentivi per uscire dalla crisi

Informatici Italiani coraggio!
Ecco la politica dell'innovazione introdotta dal Governo con le misure anticrisi del 27 Giugno 2009.


Art. 5
Detassazione degli utili reinvestiti in macchinari
1. È escluso Colore testo
dall’imposizione sul reddito di impresa il 50 per cento del valore degli
investimenti in macchinari ed apparecchiature compresi nella divisione 28 della
tabella ATECO, di cui al provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate
del 16 novembre 2007, fatti a decorrere dalla data di entrata in vigore del
presente decreto e fino al 30 giugno 2010. ...


Suona bene, vero? Un aiutino agli investimenti in macchinari ed apparecchiature.
La tecnologia informatica - uno dei pilastri dell'innovazione e della ripresa - non potrà non beneficiare di queste misure:
L'occasione per riprogettare le data-room con criteri di risparmio energetico, rinnovare i server più vecchi e sperimentare i sistemi operativi virtuali, consolidare l'architettura di rete con nuovi dispositivi aggiornati, ripensare la diffusione delle stampanti multifunzione, rottamare quegli ingombranti monitor CRT.

Ma poi qualcuno mi ha messo un dubbio.

Cosa contiene la divisione 28 della tabella ATECO? (qui collegamento)
Voila, ecco un campionario della risposta:

  • Fabbricazione di pannelli stratificati in acciaio
  • Fabbricazione di porte, finestre e loro telai, imposte e cancelli metallici
  • Fabbricazione di strutture metalliche per tende da sole, tende alla veneziana e simili
  • Fabbricazione di cisterne, serbatoi e contenitori in metallo
  • Lavori di meccanica generale
  • Fabbricazione di articoli di coltelleria, posateria ed armi bianche
  • Fabbricazione di serrature e cerniere e ferramenta simili
  • Fabbricazione di stoviglie, pentolame, vasellame, attrezzi da cucina e altri accessori casalinghi non elettriciColore testo
    Fabbricazione di casseforti, forzieri, porte metalliche blindate
  • Riparazione e manutenzione di armi bianche
  • Fabbricazione di oggetti in ferro, in rame ed altri metalli

Insomma la vera tecnologia del futuro... per l'uomo delle caverne; altro che era digitale.

martedì 7 luglio 2009

Shaker di tecnologia

Per progettare una buona struttura ICT non basta fare l'elenco delle migliori tecnologie e delle più promettenti "best practises" e mescerle insieme come si fa per la preparazione di un cocktail.
Una visione pragmatica dell'organizzazione non deve far perdere di vista la gradualità dell'approccio attraverso una scelta basata su priorità tecnologiche e organizzative.
Se si pretende di avviare nel giro di un paio di anni: outsourcing di servizi, procurement centralizzato, revisione dell'architettura WAN e delle infrastrutture di rete, introduzione di server virtuali, standardizzazione dei client e chi più ne ha più ne metta, bisogna poi essere pronti a fronteggiare ritardi eclatanti, resistenze più o meno velate, perplessità, perdita di fiducia nell'obiettivo finale.
E comunque, rimanendo all'esempio del cocktail, bisogna pur sempre azzeccare gli ingredienti per avere un risultato apprezzabile.

Io propongo un metodo che richiede una forte lucidità e una chiara visione strategica.
Un buon piano di ammodernamento informatico non deve superare i tre anni di gestazione per evitare che gli sforzi per attuarlo vengano bruciati dall'abitudine alla precarietà.
Non solo, bisogna mettersi nelle condizioni che il piano sia assolutamente praticabile, considerando ogni potenziale ritardo come un nemico pericoloso.
L'appoggio interno è fondamentale: occorre che gli elementi chiave (spesso i progettisti del precedente sistema) abbiano un ruolo attivo e trainante, per questo motivo occorre prodigarsi nella proposta di motivazioni valide.
L'appoggio esterno è fondamentale (pure lui) ma dovrebbe essere sempre visto come fatto transitorio, a meno che non si sia consapevoli di trascinare l'organizzazione ICT fuori dalle competenze "core" dell'azienda.
Io ci penserei un po'...

giovedì 28 maggio 2009

Il Sistema Qualità aumenta la Qualità

Il titolo sembra arrotarsi su se stesso.
In realtà è proprio quello che voglio dire.

L'impegno è stato notevole, ma in compenso il risultato è stato ottimo.
Nei giorni scorsi ho portato a termine la migrazione del Sistema Integrato Qualità e Ambiente e ricevuto la visita per la certificazione da un ente tedesco.
Un buon campo di prova per verificare che il lavoro di team, se ben condotto, porta buoni risultati.
Il sistema qualità, a volte, è percepito solo come un ingombro burocratico di cui non si può fare a meno.
Mi sembra invece, salvo eccezioni fisiologiche, di aver condotto per mano i colleghi dei reparti coinvolti fino a portarli ad apprezzare i principi organizzativi che stanno alla base delle norme.
Al termine degli addestramenti, che avevo pianificato con piccoli gruppi di persone,ho visto, con mia grande soddisfazione, una trasformazione per cui una "Non Conformità" non veniva più considerata una vendetta, o un'arma contundente con cui accusare qualcuno di incapacità, ma un reale strumento di miglioramento.
Gli indicatori di performance dismettere il vestito di inutili conteggi periodici e diventare un possibile cruscotto per verificare l'andamento dei propri processi.
La registrazione degli addestramenti e la descrizione dei profili di lavoro apparire come la logica conseguenza di una adeguata e visibile preparazione alle proprie mansioni.
La valutazione dei fornitori che di fatto è una pratica che istintivamente viene quasi sempre seguita, diventare una occcasione per razionalizzare i criteri di scelta e per prevenire errori.

Con piacere ho diviso gli elogi con tutti quelli che hanno contributo.

domenica 22 marzo 2009

La terra è piatta

C'era una volta un'epoca in cui bisognava convincere la gente che il mondo era rotondo.
Oggi siamo alla svolta: il mondo è diventato piatto, ma non tutti se ne sono accorti; meglio chiudere gli occhi e auto-rassicurasi continuando a far finta di niente.
Non lo vogliamo ammettere, giriamo intorno al concetto, lo chiamiamo con altri nomi, ma la verità è che il mondo è piatto.

Nelle nostre scuole e università pubbliche e private si continua ad insegnare e a formare schiere di tecnici, ingegneri, ricercatori, economisti, insegnando loro a usare strumenti e concetti che altro non sono che utensili inefficaci e logori, perché il mondo è diventato piatto proprio grazie a quegli strumenti che oramai non servono più a produrre benessere ma solo precarietà e incertezza.

Sì è vero di Cina e India, delle loro economie e della loro concorrenza se ne parla tutti i giorni ma è come se l'economia e la conoscenza globale, la tecnologia, i modelli organizzativi e produttivi, l'abbattimento delle barriere di spazio e tempo nel movimento di persone e merci fossero un pozzo senza fondo dove attingere a piene mani per abbassare i costi, battere la concorrenza, produrre più in fretta. Si va avanti come se tutti noi non fossimo consapevoli che stiamo sopra quel terreno accanto al pozzo, Abbiamo visto la terra appiattirsi perché abbiamo tolto il sostegno sotto i nostri piedi attingendo dal pozzo senza badare all'equilibrio generale.

Per uscire da questa situazione occorre cambiare radicalmente direzione, trovare altre strade evolutive.
Uso questo termine "evolutivo" proprio nel senso Darwiniano.
Va avanti chi si adatta meglio al contesto, alla realtà presente.

Ma voi avete mai visto un orso bianco togliersi la pelliccia perché al Polo Nord c'è più caldo? O gli avete mai visto spuntare una pinna perché così potrebbe nuotare meglio fra i ghiacci che si sciolgono?
Sono le nuove generazioni che hanno in sé la potenzialità di cambiare e per nostra fortuna in questo caso l'adattamento passa dalla nostra testa piuttosto che dal nostro corpo (altrimenti l'unità di misura sarebbero i millenni).
E' qualcosa che possiamo, in qualche modo, indirizzare, focalizzare, favorire, all'interno delle nostre strutture sociali.

Cosa fare?
  • Valorizzare le differenze.
  • Amplificare le discontinuità.
  • Investire sulla genialità creativa.
  • Scompigliare quello che è standard.
  • Diffidare di ciò che è ripetitivo e immutabile.
  • Dove è piatto creare un'ondulazione
  • Dove c'è un'ondulazione innalzarla a vetta.
Questo dovrebbe essere lo scopo della scuola e della formazione.
Questi dovrebbero essere gli indirizzi dei governi mondiali occidentali.
Non solo: questa dovrebbe anche essere la visione "visionaria" delle aziende che vogliono uscire dalla crisi.

Cogliere e stimolare ogni possibile fonte di creatività produttiva e organizzativa interna.
Cercare nuove strade. Altro che tagliare i costi (che poi significa troppo spesso eliminare le persone e di conseguenza alimentare ulteriormente la crisi nel suo complesso).

Sono sicuro che la vera soluzione all'attuale crisi mondiale , c'è già ed è in atto.
Che gli uomini e le donne con le idee adeguate a fronteggiarla, sono lì pronte ad emergere.
Probabilmente sono dei giovani; sono una nuova generazione di persone non compromesse culturalmente con le idee degli ultimi cinquanta/sessanta anni.
Sono un ramo secondario dell'evoluzione, forse anche se non faremo niente di niente, prima o dopo emergeranno.
Ma è nostro interesse, di governanti, imprenditori, operai, impiegati, abitanti del Sud e dell'Est, dell'Ovest e se volete anche delle Terre di Mezzo, che avvenga il più presto possibile, perchè altrimenti questa ripresa ci sarà, ma noi non ci saremo a vederela.
Ci saranno solo loro.

Se questo post vi è sembrato interessante andate a vedere sul mio Blog "Come si Cambia" quello che scritto sualla Resilienza.
Che stress
Come sviluppare la speranza..ops la resilienza
Regole per la felicità

lunedì 19 gennaio 2009

Crisi

C'è la crisi: aiuto aiuto aiuto!
Inevitabile revisione di budget, analisi dei contratti con fornitori per strappare un ribasso, esami di coscienza individuali e pubblici per individuare investimenti non strettamente necessari da tagliare.
Inevitabile ma... non bisognerebbe limitarsi a questo esercizio imposto dalla contrazione delle vendite.
Una visione intelligente suggerisce di individuare alcune aree di attuale debolezza e su quelle investire in modo da essere in prima linea al momento della ripresa.

Un po' di sano pragmatismo dovrebbe consentire di focalizzare, all'interno dei progetti avviati, quelle attività che generano costi e ritardi (che poi significa altri costi).

Un impegno extra dovrebbe essere posto al dialogo fra specialisti IT e business: le difficoltà possono essere luogo di risanamento e di compattamento psicologico degli sforzi nella stessa direzione.