sabato 18 ottobre 2008

L'innovazione la marchi a uomo o a zona?

Chiudo la serie delle domande (e mie riposte) del convegno CEK-lab di Ercolano 18 Ottobre.
Ringrazio Antonio Savarese, giornalista di DataManager che mi ha invitato, Enrico Viceconte e la scuola Stoà che mi hanno accoltoe ospitato e Giorgio Ventre dell'università di Napoli Federico II che ha sollecitato le domande in maniera intelligente e sobria.
Spero in qualche modo di aver potuto anche rappresentare il contributo dei colleghi, qualcuno anche molto competente in materia di formazione, che hanno partecipato alle Question&Answer su LinkedIn.

- Rispetto all'innovazione tu come ti comporti? Marchi a uomo (la segui dovunque) o a zona?
- IL CIO è nella realtà dei fatti è strategico rispetto al business?

La metafora calcistica mi sembra quanto mai appropriata.
Parto ancora con un aneddoto dei miei primi anni di lavoro. Nel presentare all'Amministratore delegato dell'Agenzia marittima per la quale lavoravo, il mio lavoro mi scappò di dire. "Siamo i primi in Liguria e fra i primi in Italia a utilizzare questa tecnologia..."
Lui guardò un altro dirigente e mi rispose: "Ingegnere, grazie, ma noi preferiamo essere secondi nel nostro lavoro, preferiamo che le sperimentazioni le facciano gli altri".
Questa risposta descrive abbastanza bene il conservatorismo dell'ambiente marittimo italiano (chissà che non sia questo uno dei motivi per cui non c'è alcun operatore italiano fra i leader mondiali). Anche se devo aggiungere che le eccezioni non sono mancate nella mia esperienza con Grandi Navi Veloci/Grimaldi.
Nella mia esperienza l'IT non è stato mai realmente strategico rispetto al business, ma in altri settori e altri CIO hanno certamente esperienze diverse.
Probabilmente la realtà più diffusa è quella del marcamento a zona: lasciare un po' di spazio e intervenire al momento giusto (arrivare secondi).

3 commenti:

fratello vento ha detto...

credo che l' innovazione sia fondamentale per raggiungere il tanto sperato vantaggio competitivo da parte delle imprese nazionali e non! Oggi in Italia molti aziendalisti parlano di Intangible asset come strumenti per inovare le nostre aziende e allora mi chiedo:
anche l' uomo è una risorsa intangibile e perchè le nostre aziende chiudono sempre le porte in faccia ai giovani laureati come me????
ottimo blog!

Vincenzo Trichini ha detto...

Vorrei tanto avere una risposta alla tua domanda. Hai ragione l'uomo è una risorsa intangibile e su quella si dovrebbe investire. Putroppo sembra che prevalga una logica miope. Mi convinco sempre di più che non si può aspettare una formula istituzionale o politica, ma che una esplosione creativa deve venire dai giovani. Spero che non sia solo un sogno.

fratello vento ha detto...

purtroppo la politica a noi giovani impedisce di sognare, soprattutto a meridione dove diminuiscono posti di lavoro per aprire aziende totalmente automatizzate...