venerdì 15 dicembre 2006

Fra l'incudine e il martello

Anche l'aneddotto che sto per raccontare è datato di una quindicina d'anni.
Lo ripropongo in chiave critica. Quando l'ho scritto volevo introdurre il concetto di cultura informatica.
Anche se sono passati tanti anni, il discorso mi sembra ancora valido e per questo motivo lo ripropongo. E' chiaro che nel frattempo c'è stato di mezzo internet...

Non si può dire che una volta c'era la cultura informatica ed oggi non c'è più; allora come oggi il motore di ogni evoluzione tecnologica è il profitto; era così nell fase pionieristica dell'infromatica ed è così oggi. Di diverso è solo il numero di persone coinvolte nell'affare.

Qualche giorno fa un ragazzo con l'hobby del computer, mi ha detto pressappoco così:
"Voi specialisti dell'informatica siete egoisti. Avete un bel dire che non c'è futuro per chi non conosce questa materia, ma intanto non scendete dalla cattedra e vi gongolate con il vostro linguaggio incomprensibile"

Ma ve lo immaginate oggi un dialogo così? Un "ragazzo con l'hobby del computer" oggi conosce tecniche così specializzate che può tranquillamente insegnarle a me. Oggi è il "ragazzo con l'hobby del computer" che utilizza un linguaggio incomprensibile anche per me che sono nel mestiere da ventisette anni.


Detto questo, il problema di fondo rimane: Le riviste specializzate si sono moltiplicate, nelle librerie ci sono interi reparti per soddisfare la sete di informatica dei potenziali lettori, corsi teorici, interattivi, sperimentali, in aula o autodidattici sono disponibili anche per la terza età. Le informazioni on-line raggiungibili sono inesauribili, qualunque sia la tecnologia che si desideri approfondire. Ma informazione, diffusione di conoscenze e istruzioni per l'uso sono cultura informatica?

Fra l'incudine e il martello
Io sono, e sono stato responsabile dei servizi informatici di varie società private.
Da un bel po' di anni mi sento a metà strada fra i produttori di macchine e di programmi e l'utilizzatore finale di questi prodotti.
Io, sono dalla parte di chi deve diffondere, nell'azienda, questi strumenti, avendo come obiettivo: far crescere l'efficenza, la produttività, razionalizzare.
Per poter far questo devo 'capire' i miei colleghi, le loro richieste, ma anche sollecitarli perchè non ci sono richieste se non si conosce, se non si informa, se non si insegna.
Ecco da questo punto di vista sono anch'io dalla parte di chi rischia di lanciare messaggi senza cultura.
D'altra parte per svolgere il mio lavoro devo tenere i contatti con i produttori, i quali mi trasmettono conoscenze, istruzioni, offerte, notizie tecniche e commerciali.
Sono quindi anche dall'altra parte dello steccato, dalla parte di chi, in qualche modo, deve subire quest'assalto consumistico.

Già perchè di questo si tratta, pur senza demonizzare la parola, ma di questo si tratta: i programmi hanno la grafica sempre più efficiente, l'input più amichevole, la configurazione più flessibile.
Complicare la macchina per semplificare l'uso, per vendere di più!
Io intanto continuo a sentirmi fra l'incudine e il martello.

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