martedì 16 gennaio 2007

Come ho fatto a non pensarci?

Quante volte mi mangerei le dita, per non aver visto una soluzione davanti ai miei occhi. Stava lì, come un frutto pronto ad essere colto e invece io, cieco, guardavo oltre.
In questi casi viene da dire: "Eppure ero concentrato sull'argomento, stavo valutando tutte le informazioni in mio possesso".
Così sembrava.
Ma così capita, proprio perchè si è troppo focalizzati su un singolo compito, perdendo di vista altre informazioni, laterali, estremamente importanti.
Manca consapevolezza, o meglio la consapevolezza è confinata in un raggio ristretto.
E' troppo semplice dire che occorre aumentare la consapevolezza. Come si fa?
Ho trovato questi consigli in una rivista di informatica. Ma occorre aggiungere qualche commento.

Consigli per rafforzare la propria consapevolezza

  • Sapere quello che si vuole
  • Ragionare con un’ottica da ‘avvocato del diavolo’ .
  • Considerare le cose in una prospettiva distaccata, da ‘outsider’ .
  • Imparare a pensare in un’ ottica complessiva. Sovrastimare l’importanza di un’area di problemi può portare a sottovalutare importanti informazioni in un’altra area.
  • Agire sempre con la certezza che l’informazione che state cercando esiste davvero.
  • Fare della condivisione delle informazioni una norma.

Il primo consiglio non è da liquidare, dicendo "logico!". Ci sono situazioni complesse in cui in realtà non è banale sapere cosa si vuole. Occorre fermarsi, fare un punto con se stessi e capire cosa veramente si vuole.
Il secondo consiglio è da capire. Intanto chi è "l'avvocato del diavolo?". E' una espressione che deriva dalle cause di santità ecclesiali. Come in tutti i processi c'è un avvocato a favore che cerca di dimostrare la santità della persona e un'altro che cerca prove ed argomenti contrari. Quest'ultimo viene detto bonariamente "avvocato del diavolo". Può essere utile fare con se stessi l’avvocato del diavolo.
Ci sono riunioni nelle quali, troppo spesso si finisce per utilizzare solo le informazioni disponibili finendo per concordare sugli stessi punti. L’avvocato del diavolo deve invece chiedere “Quale informazione di cui abbiamo bisogno non abbiamo? Quale informazioni possiamo avere che non stiamo usando?” Cosa possiamo sapere che non stiamo condividendo?”.
Andando avanti, il terzo punto è fondamentale. Non essere troppo coinvolti emotivamente è essenziale per mantenere lucidità.
E poi, ancora: allargare il proprio orizzonte per avere una visione ampia, è come salire su un elicottero e sorvolare una zona, si hanno informazioni aggiuntive che dal suolo non si possono ricavare. Cambia la prospettiva. Entrando nel tuo ufficio, qualche volta, prova sederti nella sedia dell'ospite. Non avverti subito che la visuale è diversa?
Al penultimo punto, si fa un'affermazione categorica. L'informazione che si cerca c'è sempre. Di sicuro non vuol dire che a tutto c'è una risposta, o che tutto si può fare. Mi sembra che piuttosto faccia leva su un atteggiamento positivo nei confronti dell'analisi in corso.
E infine, si chiude con un consiglio che per tanti è duro da digerire. Non voler fare tutto da soli. C O N D I V I D E R E. Richiede una grande maturità e fiducia in se stessi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Good words.